Liberi tutti
Un’allegoria visiva sulla libertà che (non) scegliamo
In un recinto che ricorda un porcile – simbolo della condizione umana più cruda – dodici persone, diverse per età, atteggiamento e sguardo, restano ferme. Osservano. Si scrutano. Non parlano, ma comunicano in silenzi pesanti come piombo. Solo un varco esiste, un’uscita presidiata da due figure rigide, fredde, irreali: due militari manichini.
“Liberi Tutti” è un cortometraggio concettuale e profondamente simbolico, che mette in scena l’inquietudine dell’essere umano contemporaneo: chi siamo davvero quando ci sentiamo liberi di scegliere? Perché restiamo, quando potremmo andare? Perché obbediamo, anche quando non c’è più nessuno che comanda?
Qualcuno, tra i dodici, osa. Prova ad attraversare. Ma si ferma. Torna indietro.
La ribellione sfuma. Il conformismo torna. Il corto – muto nella voce ma urlante nel significato – ci interroga, come uno specchio crudo e necessario.